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Titolo: Tema e presentazione della mostra “Presenza Antica, Proiezione Moderna: Torcello – Venezia, Italia” [1]

Autore: Deborah A. Garwood

La mostra di Milestone Architecture PLLC “Presenza Antica, Proiezione Moderna: Torcello-Venezia, Italia” coinvolge il visitatore in un percorso contemporaneo alla scoperta delle strutture veneto-bizantine situate sull’Isola di Torcello. La mostra – programmata in concomitanza con la Biennale di Venezia del 2014, e concepita come una mostra partecipativa, tramite live streaming che connettono Torcello con le installazioni presenti a New York e Venezia – evidenzia come il rapporto fondamentale tra le strutture antiche e l’architettura viene interpretato attraverso installazioni in cui gli oggetti fisici, le proiezioni luminose e i software interattivi coinvolgono lo spettatore. L’utilizzo, in chiave creativa, dei media digitali – come materiale da costruzione trasparente e strumento per il live streaming – evoca temi dell’architettura modernista, agevolando al contempo una fruizione in chiave contemporanea di Torcello, attraverso lo spazio e il tempo. Il progetto della mostra ed il relativo sito internet, in particolare, adottano tecniche all’avanguardia di Human-Centered Design. Gli strumenti di presentazione visiva, tattile e uditiva, offrono punti di accesso anche alle persone con disabilità, cosicché ogni visitatore possa entrare – fisicamente o idealmente – nella Basilica e partecipare al suo spirito attraverso un articolato ventaglio di modalità.

L’antichità di Torcello è un fenomeno complesso per il giorno d’oggi. La mostra “Presenza Antica, Proiezione Moderna” interpreta le origini di Epoca Bizantina delle strutture di Torcello stessa come forme ideologiche che si sono tramutate nelle forme architettoniche esistenti. La Basilica di Santa Maria Assunta era stata, originariamente, costruita con mattoni romani nel 639 d.C.. Nel Medioevo è stato effettuato un imponente restauro che, nel corso del XII° e del XIII° Secolo, si è realizzato negli elaborati mosaici interni attraverso diversi livelli di lettura, ispirati dall’evoluzione delle credenze spirituali. Le modifiche successive al patrimonio architettonico di Torcello risalgono al XIX° Secolo. La loro documentazione riporta interventi sia esterni sia interni, come la rimozione di immagini sacre e le riparazioni strutturali di varia portata. In un restauro avvenuto negli anni ‘30 del XX° Secolo, l’ingegnere e architetto Ferdinando Forlati ha introdotto nuovi materiali come il cemento e barre di rinforzo come supporto nelle colonne portanti esterne. Lungi dal cancellare l’integrità architettonica della Basilica, l'intervento modernista di Forlati è stato assorbito nel suo palinsesto. 

Un’importante fonte di materiale per lo sviluppo della mostra è costituita da un insieme di dati forniti dal rilievo laser scanning delle strutture religiose situate a Torcello e del paesaggio circostante, effettuato da Milestone nel 2013, includendo foto digitali scattate nello stesso periodo. Grazie a tale tecnologia d’avanguardia, il team di progetto, elaborando i dati point cloud, ha realizzato immagini virtuali estremamente accurate che catturano lo sguardo. Esse sono state inserite nelle installazioni espositive attraverso le quali questo luogo di contemplazione viene dematerializzato e ricostruito. 

Il tema della Biennale di Venezia del 2014 pone l’accento sugli elementi architettonici fondamentali come una risorsa creativa alla base degli sviluppi modernisti. In linea con questo tema, i motivi chiave del progetto dell’esposizione di Milestone si focalizzano sul portale, sulla parete, sul pavimento e sull'ambiente circostante come punti di partenza.

L'iconostasi – sacra partizione colonnata all’interno della Basilica – attinge ai motivi del portale e della parete. Nel suo contesto originario, l'iconostasi stessa funge da demarcazione permeabile tra l'universo e l'umanità, uno spazio liminale traversato da mezzi spirituali. All'interno dell'installazione, l’immagine dell'iconostasi, con il suo colonnato, corrisponde alla parete. Le aperture arcuate dello stesso colonnato accolgono proiezioni trasmesse in diretta da Torcello stessa, come i motivi della porta, che offrono ai visitatori di Venezia, Torcello e New York una sorta di “portali virtuali”.

I visitatori incontrano anche il motivo parietale tramite una proiezione in live streaming dall’interno della Basilica. Questa parete presenta una serie di famosi mosaici ispirati al tema spirituale relativo a “Il Giudizio Universale”. L’intento teologico dei mosaici è quello di mediare tra consapevolezza e sfera spirituale: lo sguardo contemplativo dell’osservatore dematerializza, metaforicamente, la parete. L'immagine proiettata in diretta richiama questa dematerializzazione e trasmette il suo effetto potenziale agli spettatori dell’installazione. I mosaici raffiguranti “Il Giudizio Universale” sono, inoltre, accessibili in modo interattivo all’interno della galleria. Come una specie di manoscritto tecnologico luminoso, lo schermo del tablet offre un’interazione più intima con le immagini dell’opera musiva, consentendo alle persone di visualizzare le pagine, ingrandendo le immagini per osservare i dettagli ad alta risoluzione oppure riducendole per avere una visione d’insieme. Il tutto può avvenire anche tramite lo schermo dei personali mobile devices – a seguito del download delle immagini del mosaico stesso.

Il motivo pavimentale “sole raggiante” della mostra rappresenta un mosaico del pavimento che si trova nell’area antistante all’altare della Basilica di Santa Maria Assunta di Torcello, dove i mosaici policromi, in pietre importate dall’Est, sono disposti secondo un motivo ispirato alla cosmologia antica. La bellezza di questo mosaico pavimentale risiede tanto nel colore e nel motivo, quanto nella contemplazione dell’abilità artigianale sottesa alla sua esecuzione in Epoca Bizantina. L’estrazione e la selezione di queste pietre dalla loro terra d’origine, seguite dal trasporto verso la destinazione – la Basilica dell’isola di Torcello – suggerisce una connessione spirituale tra due diversi luoghi della Terra. La rappresentazione del mosaico pavimentale dell’installazione riecheggia l’antica intenzione di connessione, sottesa al motivo di questo pavimento musivo.

Nell’ambito della mostra, l’ambiente circostante alle strutture sacre di Torcello – altra componente essenziale dell’architettura – è rappresentato da stampe e animazioni di immagini del paesaggio. Le immagini, realizzate utilizzando fotografie ed elaborazioni video dei dati dei rilevamenti di Milestone, affiancano l’iconostasi con la finalità di evocare una rappresentazione dell’atmosfera evocata dai terreni agricoli abbandonati dell’isola, così come si presentano oggi. Le figure fugaci che appaiono e si dissolvono nell’animazione rappresentano la presenza del team di progetto nei campi. L’integrazione di immagini paesaggistiche nella mostra allude alla complessità delle espansioni e contrazioni socio-demografiche dell’isola nel corso del tempo, per meglio contribuire a prefigurare nuove possibilità di iniziative economiche e ambientali sostenibili per il XXI° Secolo. 

Lo spirito collettivo di conservazione, che pervade l’eredità di Torcello, ora si estende per abbracciare il XXI° Secolo: Milestone è impegnato in un’iniziativa di restauro internazionale nell’isola. Le priorità rispecchiano i principi più attestati nel campo del restauro architettonico, come l’equilibrio tra funzionalità ed estetica, applicando da un lato le innovazioni scientifiche, dall’altro le tecnologie dei nuovi materiali, il tutto nell’ambito di interventi minimi e di basso impatto in siti che, come Torcello, fanno parte del Patrimonio mondiale dell’umanità. In una prospettiva olistica, l’iniziativa di Milestone abbraccia l’intera realtà dell’isola, richiamando l’attenzione sullo straordinario ambiente marino della laguna veneziana, che ha rivestito un ruolo cruciale nelle fasi di popolamento e spopolamento dell’isola di Torcello, influenzando al contempo anche le strutture sacre. Quest’isola bucolica, un tempo densamente popolata, è adesso un sito dell’UNESCO, residenza di un numero esiguo di torcellani autoctoni; eppure ogni anno ospita migliaia di turisti attirati dal suo prezioso patrimonio architettonico. La mostra “Presenza Antica, Proiezione Moderna: Torcello-Venezia, Italia” interpreta la tecnologia del XXI° Secolo come un ponte globale verso questo Patrimonio dell’umanità. È importante sottolineare come le metodologie adottate consentono di accedere a Torcello senza gravare sull’integrità delle sue strutture architettoniche.

Per rendere questa mostra fruibile al più ampio ventaglio possibile di visitatori [2] abbiamo dovuto pensare al tipo di informazioni di cui i visitatori potrebbero avere bisogno prima, durante e dopo le visite. A tal fine abbiamo creato dei modelli VRML (Virtual Reality Modeling Language) che possono essere accessibili online attraverso il sito web della mostra, per renderli consultabili da coloro che fisicamente non sono in grado di accedere alle gallerie o al sito di Torcello. Questi modelli potranno essere utilizzati anche per preparare la visita – poiché forniscono informazioni utili riguardo a potenziali barriere architettoniche – oppure come strumento didattico per insegnanti o guide turistiche. Inoltre questi modelli possono essere scaricati nel formato necessario per la stampa 3D, in modo tale che chiunque abbia accesso ad attrezzature di prototipazione rapida possa utilizzarli come uno strumento didattico prima, durante e dopo la visita. La mostra si prefigge di riuscire a realizzare anche plastici tridimensionali delle strutture religiose di Torcello, mappe tattili fisse dell’intero sito di Torcello, mappe visuo-tattili portatili delle gallerie, degli edifici e dell'isola stessa, nonché riproduzioni tattili dei principali mosaici di Santa Maria Assunta che, normalmente, non sono accessibili al tatto. Il sito web e il catalogo dell’esposizione sono pensati per essere accessibili, facilmente consultabili e per fornire informazioni in molteplici formati, adatti a un’ampia gamma di abilità fisiche e cognitive, che saranno accessibili in ogni momento, da qualsiasi luogo.

Come sito del patrimonio mondiale UNESCO, è necessario che Torcello sia accessibile a tutti. I visitatori delle installazioni di Venezia e di New York possono essere anche turisti virtuali, che respirano, quindi, lo spirito del luogo senza rischiare di danneggiarlo. Ispirata dalle tendenze innovative e interdisciplinari dell’architettura del XXI° Secolo – che abbraccia anche interventi di conservazione basati sulle nuove tecnologie e studi archeologici – l’esposizione intende promuovere l’integrazione di queste discipline contribuendo così alla proficua conservazione del nostro pianeta. 

• Note:

[1]   Il progetto è stato avviato come uno dei casi di studio per lo sviluppo della ricerca internazionale e multidisciplinare di Paola Barcarolo, XXVIII° ciclo del Dottorato di Ricerca in “Ingegneria Civile Ambientale e Architettura”, Università degli Studi di Udine, Italia, dal titolo: “La comunicazione Design for All (DfA) per la valorizzazione strategico-sostenibile del Patrimonio Culturale e Naturale – Definizione e verifica di Principi Operativi percettivo-sinestetici ed emozionali per la fruizione turistica dei Siti UNESCO”. Paola, per Milestone Architecture PLLC, ha svolto gratuitamente i ruoli di: Project Manager; Exhibition Designer; Catalogue Curator; Web Designer e Developer; Consulente Scientifico e Supervisore in DfA e HCD; Supervisore della Comunicazione Grafico-Pubblicitaria; Graphic Designer.

[2]   Riferimento specifico alla ricerca di Dottorato di Paola Barcarolo.

••• Dott.ssa Deborah A. Garwood | Artista interdisciplinare, NYC, USA 

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Titolo: Un luogo, molti valori 

Autore: Gianmatteo don Caputo

La proposta di collaborare al progetto Ancient Presence, Modern Projection: Torcello – Venice, Italy l'ho accolta con entusiasmo. Per me esso esprime la possibilità di rendere fruibile da parte di tutti la bellezza di un sito tanto antico, ma ancora ricco di significato e contenuti che, attraverso la virtualità, può essere ricostruito in ogni luogo nei suoi elementi essenziali.

Come direttore dell'ufficio che si occupa della tutela e della promozione delle chiese di Venezia, sono circa 100, la mia prima preoccupazione è che questi luoghi di immenso patrimonio culturale non solo ospitano il culto cristiano, ma vengono solitamente fruiti, oltre tale uso, anche per ragioni di cultura, turismo, ricerca scientifica e artistica... Questo spesso porta a dimenticare la loro specificità che ne costituisce la ragion d'essere, ovvero la liturgia. La conservazione di questi luoghi, insieme alla loro valorizzazione, comporta un richiamo a questa funzione originaria che è l'elemento culturale immateriale strettamente intrecciato con il loro valore culturale, fisico e architettonico. 

La fruizione culturale e turistica dei luoghi di culto richiede che, in quanto beni culturali e di culto, possano mostrare la loro caratteristica primaria liturgica, insieme alla storia, alle devozioni religiose, all'ermeneutica biblica e alla teologia che sono alla base delle scelte architettoniche e artistiche su cui si fondano tali manufatti. Così si può meglio coglierne il valore anche spirituale ed il fascino immutato per secoli.

Il progetto Ancient Presence, Modern Projection si serve delle nuove tecnologie come nuovo materiale per la costruzione di una fruizione sensibile dei luoghi di culto, fruibile anche a distanza. La liturgia è un complesso di segni e gesti simbolici che si serve di tutti i sensi: nel luogo di culto l'esperienza religiosa e spirituale-comunitaria passa attraverso un complesso di simboli che stanno alla base dell'esperienza umana, prima che spirituale. L'importanza dell'uso dei sensi, a prescindere dalla cultura e dal credo religioso dei fruitori, nella visita alle chiese e al loro patrimonio artistico, consente di comunicare più che attraverso sole illustrazioni artistiche.

Il progetto, con la sua esperienza immersiva in due differenti contesti, un’Università e una Chiesa, ha accentuato sia le diversità che le affinità con un valore comunicativo più profondo. La fruizione a distanza del mosaico parietale di Torcello, ad esempio, ha ritrovato nei due ambienti due nuovi contesti interpretativi che ne richiamavano l'approccio spirituale (nella Chiesa di san Lio a Venezia) e scientifico (presso The Cooper Union di New York City) del contenuto e del valore artistico. A san Lio inoltre erano associati profumi di incenso e musiche che rendevano immersiva l'esperienza di fruizione, che si approfondiva nella visione dello scambio fra le immagini in diretta. L'iconostasi di Torcello è diventata lo stargate attraverso cui non si veniva proiettati in un “non spazio” o in un “altro spazio”, bensì “il luogo” in cui “i due luoghi” si facevano prossimi, seppur in una diversa modalità di comunicazione e di esperienza. 

Da diversi anni lavoro a Venezia nell'ambito dell'arte contemporanea vivendo le chiese della città non come laboratori per esperimenti, ma come luoghi di esperienza, perché queste possono essere verificate e condivise.

Il genius loci di ogni chiesa le connota come spazi per interventi site-specific, eventi nei quali le opere si inseriscono e interagiscono nel luogo di culto come progettate proprio a partire dal luogo stesso, per stabilire con esso un rapporto di significato ulteriore. Anche il progetto Ancient Presence, Modern Projection è nato con questa caratteristica e i visitatori lo hanno riconosciuto e apprezzato.

Questa esperienza la considero una pietra miliare nel percorso iniziato da molti anni per la valorizzazione piena di questi tesori del passato, ancora vivi nella preghiera della chiesa e nel valore culturale: essa mi ha consentito, insieme a tutti i compagni di viaggio che ringrazio, di riflettere sul context-specific, ovvero sulla possibilità di ricostruire un contesto e un ambiente che riproponga i valori e la simbologia dei grandi tesori del passato.

••• Arch. don Gianmatteo Caputo | Curia Patriarcale di Venezia, Castello 5660, Venezia 

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Titolo: Luce veneziana 

Autore: Diane Lewis

Osservando l’abside di Torcello frontalmente, la Madonna e il Bambino sembrano sospesi su una luce splendente, come sorretti dalla proiezione di un raggio solare. Maria, con il Bambino tra le braccia e rivolta verso l’estremità opposta della Basilica, contempla “Il Giudizio Universale” che, articolato in registri dall’alto verso il basso, circonda il portale maggiore.

La proiezione di luce è alla base delle relazioni che analizzeremo all'interno della Basilica e segna il punto di partenza di questo percorso.

La proiezione del mosaico “Il Giudizio Universale” e dell'iconostasi della Basilica di Santa Maria Assunta è la prima delle tre tappe che, partendo da Torcello, ci porteranno a San Lio a Venezia per terminare alla The Cooper Union a New York.

Visioni precise, legate al concetto di proiezione, incalzano un nuovo dialogo tra locus e testo musivo.

La prima di tali visioni è che, grazie alla proiezione, il mosaico “Il Giudizio Universale” di Torcello può essere letto da vicino per essere esaminato, nel dettaglio, come un manoscritto. La proiezione offre, seguendo la sequenza dei registri, un ingrandimento di porzioni specifiche del mosaico stesso. Ciascun visitatore ora potrà osservare questa monumentale icona musiva dorata in una nuova relazione fisica, come se egli fosse sospeso alla stessa altezza di ogni ordine che compone questo imponente apparato decorativo, alto circa 10,7 metri. L’avvicinamento al mosaico è reso possibile dalla scansione digitale e dalla proiezione del campo architettonico.

I registri sono come delle frasi che compongono il testo musivo; le fasce orizzontali del racconto sono integre e rispettano la sequenza della fabbrica originale dell'opera, che è stata fondamentale nel determinare la struttura della raffigurazione iconografica.

Questo millenario mosaico rappresenta un legame profondo tra l’architettura e il racconto letterario, ma anche tra la parete, l’iconostasi e il testo.

L’iconostasi stessa è proiettata come una lente che si sovrappone alla vita, che si dipana negli spazi cittadini di Venezia e New York e viene trasmessa in live-streaming. Ogni paesaggio urbano è visto attraverso questo filtro: un esperimento di sovrapposizione spazio-temporale.

Una città diventa una memorabile opera architettonica quando l'architetto e artista impianta una visione nitida all'interno del tessuto urbano che riflette e comunica il particolare carattere del suo tempo in quel luogo.

Tali opere e architetti sono in grado di donare alle città strutture singolari che proiettano il pensiero nella materia. Gli elementi di una città possono essere trasportati in un’altra attraverso il tempo; come reincarnazioni attuali di configurazioni architettoniche – astratte o concrete – di spazi e immagini appartenenti al passato. Queste singolari opere permeano la memoria civica e incarnano il carattere di una particolare città con la presenza di un singolo intervento di una struttura permanente, celebrativa o temporanea.

La Fondazione Querini Stampalia possiede una serie di dipinti che rappresentano le cerimonie, feste e ricorrenze che plasmarono la configurazione spaziale e la posizione di piazze, campi e campielli veneziani. Questi dipinti dimostrano che lo spazio pubblico di Venezia conserva l'impronta del movimento e delle linee visive dei suoi abitanti con i loro tragitti stagionali e quotidiani.

Forse la proiezione di questo mosaico monumentale è in continuità con la maniera in cui lo spazio civico è scolpito dal pensiero e dalle cerimonie. La cerimonia della proiezione del mosaico “Il Giudizio Universale” di Santa Maria Assunta di Torcello, in sovrapposizione a Venezia e New York, ci aiuterà a verificare e mettere in luce la diversità di questi luoghi.

La proiezione di questo mosaico, dalla solitudine dell’isola romana di Torcello alla Chiesa di San Lio nel cuore di Venezia e, tramite codifica digitale, fino ad un “vivaio d’arte e architettura” quale l’Università The Cooper Union di New York, rappresenta la trasmissione che ridimensionerà questi spazi civici creando una dimensione intertestuale; la distanza, la portata e la successione delle immagini daranno origine ad una sorta di “cerimonia”.

Questi protagonisti delle città, proiettati in reciproca sovrapposizione e intersezione, saranno come gli attori sul palco di un’opera teatrale. Un mosaico del X° Secolo entra nel corpo di una struttura del XIX° Secolo, in un’interazione che lega Venezia e Manhattan del XXI° Secolo.

Il dialogo tra la The Cooper Union e San Lio si realizza attraverso le immagini in primo piano del grande mosaico parietale che verranno simultaneamente condivise da questi luoghi.

Questo progetto avvalora, quindi, l'ipotesi formulata dal suo anfitrione newyorkese alla Biennale, ossia The Storefront. Il loro punto di partenza è la collaborazione tra città. Essi affermano che un collegamento tecnologico, come la magia digitale di questo progetto, farà scaturire un dialogo culturale e diventerà una prassi architettonica globale.

L'approccio proposto dall'artista-fotografa Deborah Garwood focalizza l’opera d’arte sul tema della Biennale di Architettura, il cui invito è quello di trattare gli elementi e i fondamenti dell’architettura. La sua visione fotografica seleziona le pareti, le loro dimensioni e proporzioni caratteristiche, l'iconostasi e il portico ricchi di immagini, le piazze, i lastricati, i plinti, i pavimenti e gli orologi cittadini, che vengono proiettati e intrecciati con la luce.

La proiezione sovrappone questi elementi architettonici, oltrepassando confini e divari di natura temporale. Con l’ubicazione e il ridimensionamento del mosaico alto circa 10,7 metri, del pavimento che richiama lo spazio cosmico, dell'orologio traslucido del XIX° Secolo, del portico e dell’iconostasi, questi luoghi sono definiti da elementi autonomi, che sono ora in grado di dialogare tra loro in una nuova dimensione contestuale. Il risultato sarà una frizione.

Il tema della Biennale, l'approccio dell’artista e la raffinatezza del progetto di proiezione digitale sono gli aspetti più evidenti.

Infine, la dimensione più profonda di questo progetto risiede nella domanda di come e perché “Il Giudizio Universale” di Torcello arrivi al centro di Venezia e nel cuore dell’impegno artistico incarnato dalla The Cooper Union di New York.

C’è una ragione di fondo alla base di questi collegamenti. Si tratta di una storia di vita, una dimora mentale. Il collegamento tra questi spazi, immagini e istituzioni è il frutto del contributo dell’architetto Margaret Matz e riempie di significato questo collage globale.

L’architetto, cresciuta nella terra della poesia e della musica veneta, e tra le città di New York e Venezia, ha completato la propria formazione nella pratica e nel dibattito architettonico presso la The Cooper Union. La sua partecipazione ad un progetto di conservazione architettonica è un tributo a chi l’ha guidata nel suo percorso: il padre, un poeta americano attratto dalla presenza di Ezra Pound a Venezia, e la madre, una musa dell’opera lirica e della musica. La sua profonda conoscenza della lingua italiana, della città di Venezia e delle opere architettoniche e artistiche veneziane ha ispirato la sua vita, a cavallo di due continenti.

A Venezia come a Manhattan è possibile osservare la potenza e l'impatto di un’architettura della memoria. Entrambe le città appartengono al patrimonio onirico collettivo; vi sono luoghi a Manhattan che riecheggiano direttamente scorci veneziani. Il progetto aspira a trasportare un nuovo collage di memoria civica nella città contemporanea con la sovrapposizione del mosaico “Il Giudizio Universale”, un'opera di architettura, arte, letteratura e musica.

Istituzioni rinomate che creano l’identità specifica di luogo sono quelle ispirate dal desiderio di una persona che inizia o insemina lo spazio con visione e causa.

La proiezione del mosaico “Il Giudizio Universale” a San Lio e alla The Cooper Union è ispirata dall’esperienza di una vita personale: una trama costruita e poi potenziata con una documentazione unica nell’epoca attuale.

La proposta è scaturita dalla conoscenza e dal ricordo della vita di due città, che possiamo paragonare ad uno scheletro portante che sorregge il peso, raccoglie la massa e crea uno spazio mentale attraverso la visione, la misura, l’osservazione, il collegamento e l’immaginazione. Il tutto grazie alla sinergia tra artisti, conservatori, tecnici informatici e visitatori.

••• Prof.ssa Arch. Diane Lewis | The Cooper Union, New York, NY 10003, USA 

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Titolo:  Siti Espositivi e Isola di Torcello

Autori: Paola Barcarolo, Amy Gansell, Ilina Udrea

• Il Sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO denominato Venezia e la sua Laguna  

"Venezia e la sua Laguna" è una zona paludosa che comprende 118 isole al largo della costa adriatica italiana. Iscritta come Sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1987, preserva una diversità di arte e architettura, che è minacciata dall’impatto antropico (specialmente turismo di massa e grandi navi) e dalle condizioni ambientali (quali l’aumento dei livelli di marea). Queste preoccupazioni sono classificate dall’UNESCO come ‘macro-emergenze’ e sono affrontate nell’UNESCO World Heritage Site Management Plan 2012-2018

• La città di Venezia 

Venezia, descritta come una "meravigliosa città di isole" dall’autore Johann Wolfgang Goethe, in "Viaggio in Italia, 1786-1788 d.C.", è celebre in tutto il mondo, sia per il suo incomparabile patrimonio artistico che per le sue caratteristiche uniche di pianificazione urbana. Le origini di Venezia sono state stabilite come insediamenti durante l’Epoca Romana ed è diventata una città bizantina fino all’898 d.C. quando San Marco ha sostituito il bizantino San Teodoro come Santo protettore della città. Venezia, collegando Occidente e Oriente con il suo fiorente commercio e la sua flotta militare, è diventata uno dei centri più potenti in Europa, e ha mantenuto questa posizione fino alla fine del XVI° Secolo. Testimonianza della sua ricchezza sono, ad esempio: la bellissima Piazza San Marco; i palazzi affacciati sul Canal Grande; e, inoltre, le sue meravigliose Chiese, come la Basilica di San Marco, la Chiesa di San Giovanni e Paolo, la Chiesa dei Frari e la Chiesa della Madonna della Salute (solo per citarne alcune).

• La Laguna di Venezia 

Il bacino della laguna veneziana è costellato da grandi e piccole isole che sembrano quasi galleggiare su un ampio e silenzioso specchio d’acqua. Queste isole – cariche di storia, miti, e leggende – nascondono, nelle loro maestose architetture, tracce di antiche origini. Sono da menzionare, in particolare: il Lido di Venezia – ove, annualmente, si svolge la famosissima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica; l’isola di Murano – nota, in tutto il mondo, per lo storico artigianato connesso alla lavorazione artistica del vetro; l’isola di Burano – affascinante per le sue case colorate e i suoi merletti; e l’antica isola di Torcello.

• L’isola di Torcello nella laguna veneziana 

Torcello, essendo la prima sede politica e commerciale di Venezia, rappresenta la più antica civiltà lagunare. L’isola si trova nella parte settentrionale della Laguna. Una comunità di Torcellani popola l’isola sin dal V° Secolo d.C.. Torcello ha accolto, in Epoca Romana, una popolazione che si dedicava a coltivazione, caccia, pesca e raccolta del sale. L’autore, Ernest Hemingway, ha ivi goduto della caccia, mentre albergava presso la tranquilla isola per lavorare al suo romanzo, Across the River and into the Trees.

Con i primi assalti delle invasioni barbariche, Torcello si è sviluppata come un rifugio per i profughi provenienti da Altino. Nei Secoli X°-XIV° ha raggiunto il suo apice di splendore. Tuttavia, nel XV° Secolo, a causa di molteplici fattori concomitanti, Torcello ha cominciato ad avvertire i segni di una grave crisi che ha portato l’isola ad un lento declino. Nel X° Secolo d.C. circa 10.000 persone vivevano sull’isola, ma oggi conserva soltanto pochi residenti autoctoni.

Cambiamenti ambientali e della società tangibili hanno portato, piuttosto rapidamente, al decadimento e al prossimo abbandono di questo prezioso luogo. Come testimoni dello splendore di un tempo, rimangono solo due edifici religiosi: la Basilica di Santa Maria Assunta e la Chiesa di Santa Fosca.

La Basilica, costruita nel 639 d.C., ha subìto diverse ristrutturazioni e restauri attraverso il corso dei Secoli. L’ultimo maggiore restauro risale al 1008 d.C.. Il porticato è stato rinnovato durante i Secoli XIV° e XV°. Un dettaglio interessante è rappresentato dalla chiusura delle finestre sulla parete laterale, modellata attraverso imposte di lastre in pietra. Nell’abside centrale, la parete curva e l’arco trionfale che la inquadra, sono rivestiti da mosaici del XIII° Secolo, che rappresentano La Vergine Madre di DioI dodici Apostoli L’Annunciazione. D’ispirazione bizantina, i mosaici sulla destra dell’abside centrale, raffigurano: Angeli, Cristo in trono benedicente e, in corrispondenza dell’ordine inferiore, Quattro figure di Santi. Sulla parete di fronte all’abside centrale, sopra il portale, la parete è rifinita con un maestoso mosaico dell’Apoteosi di Cristo e Il Giudizio Universale.

Uscendo dalla Basilica, sul lato sinistro del porticato, si trovano le rovine dell’antico Battistero di Torcello, che sono state portate alla luce attraverso gli scavi del 1985 d.C.. Si tratta di una costruzione estremamente rara grazie alla sua forma circolare. Al centro, contiene il fonte battesimale a cui si accede da una scalinata. 

Accanto alla Basilica si trova la Chiesa di Santa Fosca. Probabilmente è stata costruita, per la prima volta, nell’864 d.C. a pianta basilicale. È poi stata riedificata nel 1100 d.C.. All’esterno, lungo i cinque lati di un ottagono, si sviluppa un porticato con bellissimi capitelli scolpiti. Attualmente, la Chiesa ha una pianta a croce greca. Presenta un’insolita ed interessante connessione tra la pianta quadrangolare e la cupola circolare. Questo raccordo avviene attraverso una struttura composta da pennacchi su cui poggia la cupola. 

Altri elementi della storia di questo sito lagunare solitario e affascinante sono il campanile a base quadrata del IX° Secolo e il cosiddetto Trono di Attila (El caregòn).

• La Chiesa di San Lio a Venezia 

La Chiesa di San Lio è uno spazio di culto cattolico che mantiene, ancora oggi, le Celebrazioni Liturgiche.

Situata nella città di Venezia e fondata nel IX° Secolo dalla famiglia patrizio-veneziana Badoer, la Chiesa, avendo un impianto basilicale in stile veneto-bizantino, era inizialmente composta da una navata tripartita. È stata prima dedicata a Santa Crose in Luprio e poi a Santa Caterina d’Alessandria. Nell’XI° Secolo è stata riedificata e dedicata a Papa Leone IX, San Leone (San Lio in dialetto veneziano). Questo Papa è stato il difensore dei diritti di Venezia nelle questioni tra il Patriarcato di Grado e quello di Aquileia. La Chiesa è stata poi restaurata nel XV° Secolo, con la ricostruzione del presbiterio e delle due cappelle laterali. Un cambiamento radicale si è verificato tra il XVII° e il XVIII° Secolo, quando l’interno è stato trasformato in una struttura a navata unica e il campanile è stato demolito.

Durante i restauri del XVIII° Secolo, è stata arricchita, sopra l’ingresso, con un prezioso organo a canne con pannelli dipinti. Il soffitto è dipinto da Giandomenico Tiepolo. La pala dell’altare maggiore è stata dipinta da Jacopo Palma il Vecchio. La pala dell’altare intitolata a San Cristoforo dei Cappelleri è dipinta da Tiziano Vecellio, detto "Il Tiziano". Al suo interno, oltre ai dipinti di Scuola Veneziana, sono presenti sculture di Pietro e Tullio Lombardo. È sepolto, ivi, Giovanni Antonio da Canale, noto come "Il Canaletto", il grande vedutista i cui dipinti hanno reso nota Venezia in tutto il mondo nel XVIII° Secolo.

Situata nel Sestiere di Castello, in Campo San Lio, la Chiesa si trova nella direzione Rialto – San Marco. La Chiesa di San Lio è una delle installazioni dell’esposizione di Torcello.

• La Chiesa di San Fantin a Venezia 

La Chiesa di San Fantin, fino a diversi decenni fa, era un luogo di culto cattolico. Oggi, a causa dei problemi strutturali del suo presbiterio, non viene utilizzata per le Celebrazioni Liturgiche, ma può ospitare mostre.

L’edificio, situato a Venezia, è stato eretto nel 966 d.C. e ricostruito nel 1507 d.C.; è stato probabilmente progettato da Antonio Abbondi, detto "Lo Scarpagnino". Nel 1549 d.C., dopo la sua morte, la direzione dei lavori è stata assegnata a Jacopo Sansovino. Quest’ultimo, ha portato a termine la fabbrica intorno al 1564 d.C., ha ideato anche il presbiterio e l’abside. La Chiesa è dedicata a San Fantin, il Santo calabrese vissuto tra il XIII° e XIV° Secolo d.C. che ha dedicato la sua vita alla preghiera e ad aiutare i poveri.

L’esterno della Chiesa è molto semplice e in pietra d’Istria. L’interno, a tre navate, precedute da un vestibolo, presenta un soffitto a volte, alternate a botte e a crociera. Accanto ai lati dell’ampio presbiterio, rialzato sulla sottostante cripta, sono presenti due pergami ottagonali. L’elegante abside è coperta da una cupola voltata che è sostenuta da quattro grandiose colonne corinzie. Sull’altare maggiore, che è stato staccato dalla parete nel 1753 d.C., si trovano due statue – San Fantin e Santa Marta – e uno splendido crocifisso probabilmente risalente al XIX° Secolo.

Nella Chiesa si possono ammirare opere come dipinti di Jacopo Palma il Giovane, Joseph  Heinz il Giovane, Leonardo Corona, Sante Peranda, e Andrea Vicentino. C’è anche un pannello di Maestro Belliniano (probabilmente di Bissolo), sculture ornate con marmi pregiati, e intagli di Tullio Lombardo e Giulio Del Moro. Un’altra opera d’arte importante è l’immagine miracolosa della Beata Vergine Maria, portata dall’Oriente, dopo il 1000 d.C., dalla ricca famiglia Pisani. La grande devozione a questa immagine ha fatto sì che la Chiesa sia conosciuta come la Chiesa di Santa Maria de le Grazie di San Fantin.

La Chiesa di San Fantin è situata nel Sestiere di San Marco, in Campo San Fantin, proprio di fronte al più elegante teatro della città, "La Fenice", e accanto ad una delle sedi dell’Ateneo Veneto. Era stata inizialmente scelta come sede espositiva per la città di Venezia. Si è deciso successivamente di allestire la mostra presso la Chiesa di San Lio sopra descritta.

• The Cooper Union a New York City 

The Cooper Union for the Advancement of Science and Art è un istituto di alta formazione che offre lauree in ingegneria, arte e architettura. Come parte della sua mission, offre anche programmi pubblici per l’accrescimento professionale nel campo civile e culturale per uno sviluppo sostenibile. 

Situato sull’isola di New York City di Manhattan, The Cooper Union é ospitato in due edifici principali: The Foundation Building e The New Academic Building. Quando il The Foundation Building è stato completato nel 1859 d.C., era uno dei più alti edifici della città ed il primo ad utilizzare, per il sostegno strutturale, travi ad "I" in ferro laminato. Oggi è designato come National Landmark degli Stati Uniti e un landmark per la città di New York. La sua caratteristica di sei piani e la sua facciata anglo-italiana in pietra marrone comprende finestre rotonde ad arco e logge.

Situato in diagonale attraverso The Cooper Square, rispetto al The Foundation Building, il The New Academic Building è stato progettato da Thom Mayne e dal suo studio Morphosis. È stato completato nel 2009. Lo stato dell’arte del suo design a nove piani dispone di un rivestimento perforato in acciaio inossidabile intervallato da considerevoli aperture ed un lucernario interno che crea una ‘piazza verticale’ con una scalinata di 20 piedi (pari a 6.1 metri). Questa struttura è il primo edificio accademico di New York ad essere premiato con il certificato LEED Platinum per l’impiego di tecnologie sostenibili. È qui che la mostra di Torcello è stata installata, in aula 504.

••• PhD Candidate Arch. Paola Barcarolo | Università degli Studi di Udine, DICA,  Udine, Italia
••• Prof. PhD Dott.ssa Amy Gansell | St. John’s University, New York City, USA 
••• Dott.ssa Ilina Udrea | Collaboratrice di Culturart s.r.l., Venezia, Italia 

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Titolo: Design della mostra: sedi espositive, elementi, informazioni e accessibilità [1]

Autori: Paola Barcarolo, Alisa Nadoloshny

• Design della mostra: progetto [2] 

“Presenza Antica, Proiezione Moderna: Torcello-Venezia, Italia”: una mostra che ha dematerializzato un sito Patrimonio dell’Unesco, rimuovendo le barriere culturali e architettoniche – reali o percepite – e offrendo la possibilità alle persone di visitare un luogo attraverso la realtà mediata.

La mostra è stata fruibile, fisicamente, per chi si trovava a New York e a Venezia. Inoltre, turisti provenienti da tutto il mondo – comprese persone con esigenze particolari – hanno potuto e possono tuttora visitare la mostra – virtualmente – attraverso un sito internet di facile fruibilità. Il sito web fornisce, infatti, informazioni propedeutiche alla visita (fisica o virtuale), indicazioni utili durante la visita stessa e approfondimenti consultabili anche in un secondo momento.

Quest’approccio innovativo al tema dell’accessibilità ha preso avvio da un lavoro di natura ingegneristica – l’acquisizione di dati attraverso processi fotogrammetrici: scansione laser terrestre e fotografia digitale – facendo leva sulla straordinaria capacità umana di assorbire le informazioni, per poi condividere i dati in un nuovo modo. La vera innovazione, in questo caso, risiede nell’impiego di tecnologie moderne per potenziare e arricchire il vissuto dei fruitori di un sito UNESCO.

Questo progetto mira a tradurre luoghi dall’indubbia e manifesta importanza culturale in sistemi tangibili, percepibili e comprensibili. La mostra è stata concepita come esperienza multisensoriale, per essere fruibile da parte di una vasta gamma di persone con capacità, desideri e interessi differenti. Per molti aspetti essa ha rappresentato un esperimento per valorizzare l’unicità dell’esperienza di visita di ciascuna persona. Nonostante, nel corso di una specifica finestra temporale, tutti i visitatori abbiano avuto la possibilità di accedere a situazioni tra loro simili, si ritiene che ciascuna delle loro esperienze sia stata individuale ed unica.

• Design della mostra: sedi espositive e accessibilità [3] •

1) Isola di Torcello, Laguna di Venezia – Italia

a) Dove si trova l'isola di Torcello 

Situata in Italia settentrionale, sul Mar Adriatico, Torcello è una delle tre principali isole della laguna di Venezia, insieme a Murano e Burano. L’isola di Torcello appartiene al sito UNESCO “Venezia e la sua Laguna”, uno dei più importanti a livello nazionale e inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1987.

b) Come raggiungere l’isola di Torcello

Per raggiungere l’isola di Torcello partendo da Piazzale Roma, a Venezia, procedere in direzione est verso Fondamenta Nuove, da dove è possibile prendere il traghetto: il viaggio dura circa 45 minuti e, prima di raggiungere Torcello, si superano le isole di Murano, Mazzorbo e Burano. In alternativa è possibile prendere il vaporetto delle linee 3 oppure 4.2 (entrambi accessibili a una sola carrozzina per volta) da Piazzale Roma o dalla Stazione Ferroviaria fino alla fermata del faro di Murano. Da qui, solo durante la stagione estiva, prendere la linea 12 per Burano (accessibile alle carrozzine). Durante le altre stagioni da Burano prendere la linea 9 per Torcello (accessibile alle carrozzine). Arrivati a Torcello, si prosegue percorrendo la Strada della Rosina, l’unica strada che si diparte dall’imbarcadero e costeggia in direzione nord-ovest la sponda settentrionale di un canale sinuoso. Lungo il percorso è possibile ammirare il Ponte del Diavolo, un bel ponte di pietra che attraversa un canale. Si arriva quindi alla Piazza di Torcello, dove si ergono le antiche strutture sacre: la Basilica di Santa Maria Assunta, il Martyrion dedicato a Santa Fosca, il Campanile ed il Battistero – tutti oggetto del rilievo laser-scanning – e, infine, il Trono di Attila.

• Basilica di Santa Maria Assunta – Piazza di Torcello – 30012, Torcello – Venezia – Italia •

c) Come è stato rappresentato il patrimonio di Torcello nella mostra

Nell’ambito della mostra, l'iconostasi (una partizione colonnata con icone di santi), il mosaico “Il Giudizio Universale” e il mosaico pavimentale che richiama un sole – che si trovano nella Basilica di Santa Maria Assunta – sono stati riprodotti avvalendosi di mezzi digitali. Inoltre nella piazza di Torcello è stata installata una webcam che mostrava in diretta le immagini dei visitatori dell’isola che attraversano lo spazio pubblico e sacro.

2) Chiesa di San Lio (San Leone IX), Venezia - Italia

a) Dove si trova la chiesa nella città di Venezia  

In Italia la mostra è stata allestita a Venezia nella Chiesa di San Lio, situata sull’omonimo piccolo Campo nel Sestiere di Castello, nei pressi del Ponte di Rialto.

b) Come raggiungere la sede espositiva

Venezia è una città caratterizzata da molteplici ponti e calli tortuose. Il modo più semplice per raggiungere la Chiesa di San Lio è orientarsi utilizzando i principali punti di riferimento. Si consiglia pertanto di seguire le indicazioni per il Ponte di Rialto. Una volta raggiunto il ponte, attraversarlo in direzione del Campo San Bartolomeo, al centro del quale si trova il monumento intitolato a Carlo Goldoni. Da qui dirigersi a destra, imboccando il Sottoportego de la Bissa. Proseguire dritti, passare il ponte di Sant’Antonio e poi percorrere la Calle per circa 30 metri. Al termine della stessa, sulla parte sinistra, è collocato Campo San Lio dove si trova l’omonima Chiesa.

• Chiesa di San Lio – Campo San Lio – Sestiere di Castello, 5661 – 30122, Venezia – Italia • 

c) Come è stata organizzata la mostra e come vi si poteva accedere

La mostra è stata allestita nella porzione sudorientale della Chiesa. L’istallazione era composta da quattro schermi, disposti in forma quadrata non chiusi in corrispondenza degli angoli. Gli schermi, infatti, erano distanziati tra loro di 90 cm. Entrando, i visitatori trovavano alla propria sinistra uno schermo sul quale era proiettata un’immagine dell’iconostasi, sovrapposta ad un video in diretta da New York. Sulla sinistra campeggiava una fotografia panoramica del paesaggio di Torcello, nella quale le strutture sono state riprese dal punto di osservazione situato al di là del complesso di strutture sacre. Sullo schermo sulla destra, invece, veniva proiettato a ciclo continuo un video, realizzato rielaborando i dati della scansione laser del paesaggio di Torcello. In corrispondenza del percorso di uscita si trovava, infine, un ultimo schermo sul quale veniva proiettata l’immagine interattiva del mosaico “Il Giudizio Universale” che si trova nella Basilica di Santa Maria Assunta. Grazie a un monitor touchscreen i visitatori hanno potuto manipolare quest’immagine, per esempio ingrandendola o rimpicciolendola. Sul pavimento, collocato al centro dell’istallazione, era possibile ammirare una riproduzione del mosaico a forma di “sole raggiante” del pavimento della Basilica Santa Maria Assunta.

3) The Cooper Union, New York – USA

a) Dove si trova a New York la sede espositiva della mostra su Torcello  

A New York la mostra è stata allestita presso la The Cooper Union, nel quartiere East Village. La nuova sede dell’Università The Cooper Union, ultimata nel 2009, è un punto di riferimento in città. Si contraddistingue per il suo design peculiare, opera dell’architetto Thom Mayne, e ha ottenuto la certificazione LEED Platinum in materia di sostenibilità ambientale. Le stazioni della metropolitana più vicine sono la fermata Astor Place sulla linea 6, oppure la 8th St/NYU sulla linea N o R. Da una di queste stazioni, dirigersi verso est, lungo la 8th Street/Astor Place, fino a raggiungere l’incrocio con la 3rd Avenue. Qui svoltare a destra e proseguire in direzione sud fino alla East 7th Street. La nuova sede dell’Università si trova all'angolo sudorientale dell’intersezione tra la 3rd Avenue e la East 7th Street.

b) Come raggiungere la mostra

Per raggiungere la mostra entrare dall'ingresso principale dell'edificio, situato all'angolo sudorientale dell’intersezione tra la 7th Street e la 3rd Avenue. Una volta entrati, oltrepassata la postazione della security, girare a sinistra per raggiungere gli ascensori. Prendere l'ascensore oppure seguire le scale fino al quinto piano.

• The Cooper Union – The New Academic Building – Stanza 504, 5° piano – 41 Cooper Square – New York – NY 10003 •

c) Come è stata organizzata la mostra a beneficio di TUTTI i visitatori

Si può affermare che le mostre di New York e Venezia sono "gemelle" poiché l’allestimento dell’esposizione presso la The Cooper Union è stato molto simile all’allestimento presso la Chiesa di San Lio. Il percorso espositivo riprendeva le relazioni effettivamente esistenti tra le strutture architettoniche della Basilica di Santa Maria Assunta a Torcello. In particolare, lo schermo che raffigurava l’iconostasi è stato collocato di fronte allo schermo che raffigurava il tessuto musivo parietale e pavimentale, mentre le immagini del paesaggio abbracciavano lo spazio su entrambi i lati. Presso la The Cooper Union la proiezione in live-streaming mostrava il Campo di Torcello. Tutti gli altri elementi erano identici a quelli di San Lio, compreso il mosaico pavimentale, la stampa del paesaggio di Torcello e l'interazione del mosaico “Il Giudizio Universale”. L’immagine interattiva del mosaico è stata proiettata vicino all’uscita della sala, per richiamare il posizionamento del mosaico stesso all’interno della Basilica.

• Design della mostra: elementi e accessibilità [4] •

Tutti gli elementi descritti erano presenti sia nella sede espositiva di Venezia sia in quella di New York. Essi sono stati progettati in modo tale da riagganciarsi ai temi della Biennale di Architettura 2014, incentrata sugli elementi architettonici fondamentali quali: la parete, il pavimento e l’ambiente circostante.

I proiettori mostravano le immagini dei paesaggi e dei mosaici di Torcello. I dati provenienti da scansioni laser sono stati tradotti in immagini digitali, che sono state archiviate in formato elettronico su un computer. Le immagini sono state rielaborate in modo elettronico, utilizzando software come Pointools, e in seguito esportate in un formato tale da poter essere utilizzate per la videoproiezione. Attraverso un cavo video, il computer trasmetteva al proiettore le informazioni necessarie per poter visualizzare le immagini stesse. All'interno del proiettore si trovava un chip DLP, composto da milioni di specchi che cambiavano posizione in base alle istruzioni fornite dal computer. All’interno del proiettore gli specchi riflettevano la luce, che passava attraverso una lente, per riprodurre l’immagine su una superficie di proiezione.

1) Iconostasi della Basilica di Torcello

Nel suo contesto originario, all’interno della Basilica di Santa Maria Assunta, l'iconostasi è una partizione che separa la navata – simbolo della terra, dallo spazio divino – ovvero l’altare. Nell’ambito della mostra fungeva, infatti, da interfaccia tra la sfera fisica e quella spirituale. Per raggiungere l’iconostasi reale si entra dal portale centrale della Chiesa e si procede dritto lungo il corridoio centrale costeggiato su ambo i lati dalle file di banchi. Per la mostra, le riproduzioni dell’iconostasi sono state proiettate a New York e a Venezia su uno schermo da 9 ft (274,32 cm) x 12 ft (365,76 cm). Negli spazi presenti all’interno dell’iconostasi venivano proiettate immagini riprese in diretta, creando così un luogo all’interno del quale i visitatori – di Venezia, di New York City e dell’Isola di Torcello – potevano interagire direttamente. Utilizzando una serie di semplici soluzioni di codifica web (in linguaggio HTML e CSS) l'immagine dell’iconostasi, generata elaborando dati point-cloud, è stata digitalmente sovrapposta al video della ripresa diretta.

  • A Venezia, lo schermo mostrava riprese in diretta dalla Cooper Square a New York.
  • A New York, il live-streaming mostrava il Campo, o piazza principale, dell’isola di Torcello.

2) Mosaico parietale della Basilica di Torcello

Nello spazio espositivo è stata proiettata, su uno schermo da 9 ft (274,32 cm) x 12 ft (365,76 cm), un’immagine ad alta risoluzione del mosaico parietale, raffigurante “Il Giudizio Universale”, che circonda il portale maggiore sulla controfacciata della Basilica di Santa Maria Assunta a Torcello. Articolato in registri orizzontali, questo mosaico può essere letto come se fosse un manoscritto. Per la fruizione digitale della parete musiva è stata realizzata una semplice pagina web, visualizzabile su qualsiasi dispositivo mobile. Consultando il sito, attraverso un monitor touch-screen di un tablet, gli utenti potevano sfogliare le immagini del mosaico. I visitatori potevano, quindi, approfondire e apprezzare i dettagli del mosaico sia mediante una descrizione in latino che utilizzando lo zoom del monitor del tablet

3) Paesaggio di Torcello

Una stampa di grandi dimensioni ritraeva il paesaggio dell'isola di Torcello. Il punto di osservazione era un campo agricolo abbandonato dietro il Campanile di Santa Maria Assunta. Nell’ambito della mostra uno schermo da 9 ft (274,32 cm) x 12 ft (365,76 cm) riproduceva la stampa della fotografia di Deborah A. Garwood.

4) Video notturno di Torcello

Partendo dai dati delle scansioni laser è stata elaborata un’animazione del paesaggio di Torcello che ha acquisito l’aspetto di una sorta di video notturno. Lo sguardo dello spettatore si spostava attraverso un ponte, lungo i percorsi che costeggiavano i canali e in mezzo alla vegetazione, ripercorrendo il percorso seguito dal team di Milestone durante i sopralluoghi dietro al complesso di Santa Maria Assunta, successivi al completamento del rilievo architettonico. Le figure che apparivano e si dissolvevano nel video simboleggiavano la presenza fugace del team di progetto nei campi. La movimentata successione delle immagini, unita alla straordinaria musicalità dei suoni e ai profumi degli incensi che accompagnavano la mostra, costituivano un invito di lasciar fuori ogni pensiero personale ed essere partecipi attivi dell’evento.  

5) Mosaico del pavimento

Questo mosaico è fatto di piccole tessere in pietra risalenti al Medioevo. Le tessere, levigate dal trascorrere dei secoli, non hanno perso la loro ricchezza cromatica. Utilizzando una stampa ad alta risoluzione del mosaico pavimentale di Santa Maria Assunta, l’immagine di questo elemento storico è stata trasportata, per l’occasione, negli spazi espositivi.

• Design della mostra: Informazioni e Accessibilità [5] •

Nell’ottica di ottimizzare l’accessibilità della mostra per i turisti di tutto il mondo – sia virtuali che fisici – il progetto ha fatto propria una serie di elementi in grado di arricchire l’esperienza dei visitatori e che costituiscono un pacchetto di migliori prassi che potrebbero trovare applicazione anche in altri siti del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.

Uno degli obiettivi del Dottorato di Ricerca di Paola Barcarolo è anche quello di realizzare un modello di sito web adatto a tutti i Siti UNESCO che dovrebbe:

  • essere accessibile, a prescindere dalle abilità residue di ciascun utente, in tutto il mondo;
  • essere utilizzato dagli utenti per raccogliere informazioni ex-antein itinereex post;
  • dare ai visitatori la possibilità di reperire tutti i materiali necessari in diversi formati elettronici accessibili, in modo da disporre di informazioni con utilità didattico-educativa e informazioni che possano essere stampate in differenti modi (in Braille, a carattere ingrandito, in rilievo, attraverso sistemi di prototipazione 3D, etc.);
  • essere adatto per la navigazione attraverso i dispositivi mobili attualmente in uso.

L’elenco completo delle caratteristiche, molte delle quali sono ancora in fase di sviluppo nell'ambito del progetto di ricerca più ampio di Barcarolo, è riportato di seguito:

1) Realizzare e produrre attraverso l’uso di dati laser-scanning

  • Modelli 3D virtuali e navigazione interattiva con descrizioni audio e sottotitoli per aiutare persone ipovedenti, con difficoltà cognitive, oltre che per aiutare coloro che hanno difficoltà motorie e il cui accesso alle strutture è ostacolato da barriere architettoniche di tipo fisico. In questo modo i visitatori potranno pianificare in anticipo la visita, nell’ottica della maggior autonomia possibile.
  • Video interattivi, con audio di supporto e sottotitoli.
  • Plastici e modelli 3D in formato tale da poter essere scaricabili dal sito internet e stampabili attraverso un sistema di prototipazione rapida.
  • Mappe tattili portatili e tavole 2,5D che possano essere scaricate dal web e stampate in rilievo.

2) Linee guida per gli aspetti legati a comunicazione e pubblicità

  • Carattere ingrandito e facilmente leggibile (per tutta la segnaletica e le spiegazioni, così come per il Catalogo delle mostre).
  • Traduzione dall’inglese in Braille Inglese Unificato e dall’italiano in Codice Braille Italiano (per tutta la segnaletica e le spiegazioni, così come per il Catalogo delle mostre).
  • CD e QR Code con descrizioni audio delle Mostre, da distribuire contestualmente ai Cataloghi e con il video sottotitolato per i non udenti.
  • Disegni e testi accessibili (logo, logo-linea, Catalogo, manifesti, brochure, segnalibri, adesivi, inviti, etc.) devono essere chiari e leggibili.
  • Immagini rese accessibili, trasposizione verbale delle stesse – “immagini parlanti”.

3) Strategia di comunicazione per le Sedi Espositive, il Sito WEB e i Social Media

  • Sito WEB accessibile (www.restore-torcello.com) facilmente leggibile, con la possibilità di cambiare la dimensione del carattere, il contrasto cromatico, la lingua e con informazioni disponibili e scaricabili in tutto il mondo (attuazione in corso) in diversi formati accessibili:
  • testo (.txt, .rtf, .doc e .pdf),
  • audio (.mp3),
  • video (.mp4, .mov).  
  • Programmazione audio-visiva con approccio HCD.
  • Realizzazione di un video accessibile con sottotitoli e descrizioni bilingue sia scritte che audio, immagini, musica, etc. per rivivere, in qualsiasi luogo del mondo, l’esperienza delle esposizioni e dei tre luoghi chiave – strutture sacre e paesaggio di Torcello, Chiesa di San Lio a Venezia, The Cooper Union a New York City – attraverso il sito web e la piattaforma di condivisione http://vimeo.com/:

Tali video sono stati realizzati da Baby Volcano Films – Aaron Schillinger e Joe Flinders, con la collaborazione di Margaret S. Matz (Presidente Milestone Architecture PLLC di NYC) ed il rispettivo Team , di Gianmatteo don Caputo (Patriarcato di Venezia), di Paola Barcarolo (dottoranda dell’Università di Udine) e di Ilina Udrea (collaboratrice di Culturart).

  • Sviluppo di un audiolibro / e-book accessibile.

4) Pubblicità e identità grafica

I seguenti materiali pubblicitari sono stati ideati e disegnati da Paola Barcarolo in collaborazione con Martina Gennari per una parte della digitalizzazione grafica del "Logo NTV [6]" e del "Logo-Linea [7]".

L’obiettivo del materiale pubblicitario [8] era rappresentare il collegamento tra le tre isole: Manhattan, Torcello e Venezia. Tutti e tre i luoghi sono stati centri mercantili e culturali. I simboli scelti sono emblematici di ogni località. Nello specifico la Statua della Libertà, la Basilica di Santa Maria Assunta e il “pettine di prua” delle gondole veneziane. Come colori sono stati scelti il nero per New York e il rosso, il colore di Venezia.

• Design della mostra: Prospettive Future [9] •

L’obiettivo di questo progetto non è quello di disincentivare il turismo reale/fisico, dal momento che l'accesso a queste informazioni non prenderà il posto della visita fisica. Si auspica che il sito web venga utilizzato come una piattaforma di ottimizzazione, per invogliare gli utenti a visitare questi luoghi meravigliosi e per rendere significativa anche l’esperienza dei visitatori solo virtuali. Tutto il materiale presente sul sito può essere scaricato gratuitamente o con un metodo di pagamento semplice e veloce, il cui ricavato sarà devoluto al finanziamento dei rilievi presso altri siti UNESCO.

Il progetto della mostra abbraccia elementi chiari, accessibili e ispirati alla progettazione orientata allo Human-Centred Design. Alcuni di questi elementi hanno già trovato applicazione, mentre altri rientrano nel più ampio progetto di ottimizzazione dell’accessibilità dei siti Patrimonio dell'Umanità. Altri elementi, invece, sono stati introdotti per andare incontro alle esigenze dei visitatori ipovedenti o non-vedenti e delle persone con disabilità cognitive e fisiche.

• Note:

[1]   Il progetto è stato avviato come uno dei casi di studio per lo sviluppo della ricerca internazionale e multidisciplinare di Paola Barcarolo, XXVIII° ciclo del Dottorato di Ricerca in “Ingegneria Civile Ambientale e Architettura”, Università degli Studi di Udine, Italia, dal titolo: “La comunicazione Design for All (DfA) per la valorizzazione strategico-sostenibile del Patrimonio Culturale e Naturale – Definizione e verifica di Principi Operativi percettivo-sinestetici ed emozionali per la fruizione turistica dei Siti UNESCO.” • Coordinatore: Prof. Marco Petti • Tutor: Prof. Mauro Bertagnin • Co-Tutor: Prof. Christina Conti, Prof. Domenico Visintini.

[2]   Riferimento specifico alla ricerca di Dottorato di Paola Barcarolo.

[3]   Riferimento specifico alla ricerca di Dottorato di Paola Barcarolo.

[4]   Riferimento specifico alla ricerca di Dottorato di Paola Barcarolo.

[5]   Riferimento specifico alla ricerca di Dottorato di Paola Barcarolo.

[6]   Nel logo “NTV – N (New York), T (Torcello), V (Venezia)” l’idea era di rappresentare visivamente e a rilievo la “N” e la “V” e, al centro, un cerchio con l’Uomo Vitruviano stilizzato come richiamo della “T” di Torcello. Il concetto base era la centralità dell’essere umano, proprio come nella progettazione orientata allo Human-Centered Design (HCD). Questo logo del progetto è leggibile tramite esplorazione tattile ed è comprensibile da parte di tutti gli utenti.

[7]   Nella progettazione del “Logo-Linea”, l’idea era di utilizzare elementi evocativi di ciascuno dei luoghi oggetto d’interesse, uniti e collegati da una linea continua. Si tratta di un approccio di design che è stato testato diverse volte con molti utenti nell’ambito delle sperimentazioni e realizzazioni in campo tiflologico di Barcarolo. Le persone possono esplorare i simboli, evocativi di ciascun luogo, utilizzando i polpastrelli e, in generale, il senso del tatto. Gli emblemi dei tre luoghi, i colori ed il simbolo dell’uomo sono proporzionalmente collegati l’uno all’altro. All’uomo, che occupa la posizione centrale, viene conferita l’importanza maggiore, vicino alla Basilica di Santa Maria Assunta di Torcello. La linea che unisce le tre isole rappresenta nel primo tratto l'Oceano Atlantico, quindi la laguna veneta e, infine, il Mare Adriatico.

[8]   Anche il materiale pubblicitario della mostra è stato pensato in modo tale da essere di facile lettura e con QR Code che rimandavano alle mappe delle sedi delle mostra, così come al sito web:

  • inviti, formato A5, per New York e Venezia (in rilievo);
  • adesivi, 10 cm di diametro, per New York e Venezia (in rilievo);
  • manifesti, 100 cm x 70 cm, per New York e Venezia (in rilievo);
  • manifesti, 25 cm x 70 cm, per i vaporetti di Venezia;
  • manifesti, 42 cm x 29,7 cm, per negozi ed esercizi pubblici di Venezia;
  • banner, 125 cm x 250 cm, per l’esterno della Chiesa di San Lio.

[9]   Riferimento specifico alla ricerca di Dottorato di Paola Barcarolo.

••• PhD Candidate Arch. Paola Barcarolo | Università degli Studi di Udine, DICA,  Udine, Italia 
••• Dott.ssa Alisa Nadolishny | .........  

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Titolo:  Relazioni fra persone e luoghi: dall’isola di Torcello alle prospettive future • “User and Site-Centered-Design”: fisicità e virtualità

Autori: Paola Barcarolo, Pete Kercher, Domenico Visintini

I concetti di Patrimonio Culturale e Naturale abbracciano molteplici aspetti della vita quotidiana. L’UNESCO annovera, all’interno del concetto di Patrimonio, diversi beni, sia materiali che immateriali, con elevate caratteristiche di pregio culturale, naturale, sociale e storico. L’azione della valorizzazione del Patrimonio Culturale e Naturale assume delle valenze di primaria importanza, facendo emergere questioni di natura economica, culturale, naturale e logistico-organizzativa. Tutto ciò evidenzia ulteriormente la connotazione turistica acquisita dal bene da valorizzare, specie quando viene riconosciuto come bene dell’umanità, come elemento da fruire nel rispetto della natura e dell’ecosistema, ma soprattutto come artefatto da mantenere e conservare per tramandarne la memoria storica.

Questi temi generali sono trattati da Paola Barcarolo nelle attività scientifiche svolte presso l’Università degli Studi di Udine (Italia) per la sua Tesi di Dottorato di Ricerca in Ingegneria Civile Ambientale Architettura (XXVIII° ciclo) dal titolo "La comunicazione Design for All (DfA) per la valorizzazione strategico-sostenibile del Patrimonio Culturale e Naturale – Definizione e verifica di Principi operativi percettivo-sinestetici ed emozionali per la fruizione turistica dei Siti UNESCO". Le considerazioni qui di seguito riportate e le applicazioni al progetto "Presenza Antica, Proiezione Moderna: Torcello – Venezia, Italia" sono, quindi, relative ad un caso di studio di un’attività di ricerca e sperimentazione ben più ampia. Nel saggio "Design della mostra: sedi espositive, elementi, informazioni e accessibilità" di Paola Barcarolo e Alisa Nadolishny è descritto in dettaglio come siano stati raggiunti tali obiettivi generali per l’Isola di Torcello.

In questo saggio si focalizza invece l’attenzione sul fatto che l’articolato titolo della ricerca comprende quattro temi diversi da sviluppare in maniera coordinata per giungere a dei "Principi operativi" da applicare ai siti UNESCO: la comunicazione DfA, la valorizzazione strategico-sostenibile, la percezione sinestetica-emozionale e la fruizione turistica. In seguito si descriveranno quindi alcune caratteristiche di ogni singolo aspetto.

Una premessa iniziale è necessaria: poiché la tematica è assai ampia e composita, la ricerca deve coinvolgere competenze e conoscenze sicuramente a carattere multi-disciplinare. Tra le varie discipline che possono dare un prezioso contributo, vi sono certamente quelle appartenenti all’area dell’Ingegneria Civile ed Architettura, ovvero almeno le seguenti, citate secondo la denominazione universitaria italiana: la Topografia e Cartografia, la Tecnica delle costruzioni, l’Architettura tecnica, la Tecnologia dell’architettura, la Composizione architettonica e urbana, la Storia dell’architettura ed il Restauro. Nel caso più generale, dovrebbero essere coinvolti, quindi, almeno gli esperti di tutte queste discipline, in un lavoro coordinato, per risolvere efficacemente i problemi di valorizzazione, fruizione e conservazione. Vista l’unicità di ogni sito d’interesse, potrà essere necessario un maggior contributo di una o più discipline a scapito di altre e/o l’esigenza di avvalersi di esperti di altre aree, in primis quella delle Scienze dell’antichitàfilologico-letterarie e storico-artistiche e poi, per varie motivazioni, delle Scienze matematiche e informatiche, delle Scienze giuridiche e delle Scienze economiche e statistiche.

• La comunicazione Design for All 

Gli aspetti iconografici e semiotici sono fra i primi ad essere evidenziati poiché direttamente rivolti all’attenzione dell’essere umano. Questa prerogativa costituisce, per i settori del Design della comunicazione e del Design dell’interazione, non solo una sfida importante, ma rivela anche nuovi terreni di sperimentazione e di ricerca sui quali sviluppare forme di comunicazione innovative di tipo multi-modale, multi-utenza, multi-ruolo circostanziale, percettivo-sinestetica ed emozionale, con quest’ultima che consente il passaggio da una progettazione di tipo User-Centered ad una di tipo User-Emotional-Centered.

A prescindere dalla forma di comunicazione che si svilupperà, caso per caso, la sua realizzazione pratica assumerà un valore sociale via via più elevato in base a quanto più si riusciranno ad implementare i principi qualificanti del Design for All, dello Human Centered Design e dell’Universal Design. Si ricorda come, secondo la "Dichiarazione di Stoccolma dell’EIDD - Design for All Europe" del 2004, il "Design for All è la progettazione per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza" e si raggiunge facendo un "uso cosciente dell’analisi dei bisogni e delle aspirazioni umane" che "esige il coinvolgimento degli utenti finali in ogni fase del processo progettuale".

• La valorizzazione strategico-sostenibile 

Nell’ambito della valorizzazione sostenibile, ma anche in quello dell’incentivazione alla mobilità, dell’esplorazione educativo-formativa e della fruizione inclusiva (sia dal punto di vista fisico che virtuale), emerge con chiarezza la necessità di adottare una comunicazione ambientale di tipo strategico del Patrimonio, sia direttamente nel sito stesso che attraverso il web. Rileggere il tema della valorizzazione in questi termini traguarda gli aspetti propri della stessa, nell’accezione di bene culturale, elevandoli verso una maggiore considerazione di aspetti socio-culturali e turistici.

Non è certo così semplice riuscire a definire le operazioni che rendono strategica un’azione di valorizzazione di un sito UNESCO, ma è importante quantomeno ribadire come il Patrimonio Culturale sia, di per se stesso, una risorsa straordinaria da poter strategicamente utilizzare anche dal punto di vista economico, fatte salve tutte le condizioni di salvaguardia, di tutela e di equità. Fra le varie condizioni che devono essere rispettate, è sicuramente un’esigenza imprescindibile la sostenibilità delle varie azioni di valorizzazione eseguite, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. La sostenibilità, cui mira la valorizzazione in oggetto, è quindi una maniera di utilizzare il Patrimonio Culturale che lo conservi per i posteri, attraverso un suo utilizzo attivo, in riferimento alle aspirazioni ed esigenze della sempre più diversificata realtà umana del mondo attuale e futuro, di modo che tale conservazione non solo non interferisca in maniera negativa con l’ambiente del territorio, ma che crei e mantenga un livello sostenibile di occupazione in loco, non pesi economicamente sulla collettività, ma anzi vi contribuisca e, non ultimo, si renda accessibile e fruibile da tutti. 

• La percezione sinestetica-emozionale 

Una persona, quando si trova in un luogo, sia esso un sito UNESCO o meno, può avere con il luogo stesso una relazione che presenta delle criticità, spesso correlate alla sfera cognitivo-comportamentale. Queste si possono manifestare relativamente alla maggiore o minore facilità di comprensione del luogo e dei beni ivi presenti: ciò può avvenire in termini di "leggibilità" (lettura e facilità di comprensione del significato), di "affordance" (percezione di possibili azioni offerte) e di "semiotica" (segni e relativo ruolo nei processi di comunicazione).

Le soluzioni informative e comunicative adottate fino ad oggi non considerano adeguatamente le specificità del territorio e del sito in cui andranno ad operare, nonché la variabilità dell’utenza di riferimento, associata ancora alla figura di un poco probabile uomo standard. Sappiamo infatti che le persone non sono invece uniformabili e uguali le une alle altre, ma sono reali. Questa considerazione impone una riflessione sul senso della progettazione User-Centered che, pertanto, deve necessariamente tener conto dell’unicità dell’individuo, dei suoi desideri, delle sue aspirazioni, delle esigenze e dei comportamenti personali che ha, che sono profondamente diversificati l’uno dall’altro. Tale unicità umana si rintraccia anche nei caratteri psico-somatici e culturali: esistono persone di diversa statura, peso, età e abilità cognitiva, ma anche persone di diversa nazionalità, ceto sociale, preparazione culturale, etc., tutti requisiti progettuali da tenere in debita considerazione. Il principio Design for All del coinvolgimento dell’utente in ogni fase del processo progettuale fornisce la metodologia necessaria per rispondere in modo innovativo a questa verità di umanità diversificata. Poiché nessun progettista, per quanto bravo e di lunga esperienza, può conoscere le aspirazioni e le esigenze di ogni individuo, è infatti essenziale l’approccio DfA, di collaborazione e ascolto, a sostituire la pratica tradizionale progettuale del conferimento dall’alto da parte dell’esperto della sua expertise

La relazione fra persone e luoghi si esplicita in un ulteriore aspetto – del Design della Comunicazione e del Design dell’Interazione – sino ad ora poco considerato, ovvero sul possibile e mutevole stato soggettivo-emotivo dell’utenza durante la fruizione autonoma del sito. Tale interrelazione può avere come protagonista sia un turista reale / turista in presenza, che un turista virtuale / turista a distanza. Si fa, usualmente, riferimento sempre oltre che ad utenti standard, anche ad utenti a proprio agio. La ricerca e la progettazione per tutti gli utenti reali devono, invece, considerare adeguatamente lo stato emotivo, percettivo-sinestetico e gestionale-comportamentale delle differenti tipologie di visitatori attuali e potenziali. 

• La fruizione turistica 

Il termine generale di fruizione turistica in questo caso si intende relativo soltanto al turismo culturale ed, ancor più specificatamente, alla fruizione del bene-sito. È per questo fine che si ritiene sia centrale la realizzazione e la fruizione di un modello 3D dettagliato, accurato e preciso del bene-sito di interesse. È ben noto che il mondo che ci circonda è 3D e che, quindi, ogni forma moderna di rappresentazione deve cercare di raggiungere il massimo livello di somiglianza alla realtà attraverso dei modelli riprodotti in scala, siano essi virtuali (detti anche numerici o digitali) o reali (detti anche fisici o plastici), ben sapendo che, citando il prof. Francesco Guerra dell’Università IUAV di Venezia, il miglior modello di un oggetto può essere solo l’oggetto stesso. Vi è inoltre oggigiorno un’interessantissima possibilità, effettivamente concretizzata nel progetto "Presenza Antica, Proiezione Moderna: Torcello – Venezia, Italia", come descritto nel saggio inizialmente citato, nella quale la realtà ed il modello vengono messi in stretta relazione, così da fruirne contemporaneamente con varie tecniche e metodologie. Si parla, allora, di "realtà aumentata" o di "realtà mediata dall’elaboratore", per la cui realizzazione pratica diventa fondamentale il contributo di specialisti dell’ingegneria elettronica e dell’informatica, dell’ingegneria audio-visiva, di computer vision, di interazione uomo-macchina, etc..

La miglior fruibilità turistica del modello 3D di quel sito per quella persona, in altre parole il soddisfacimento ed il raggiungimento di un "3D for All", richiede il pieno coordinamento fra chi si occupa della prima fase di rilevamento 3D e chi dell’ultima fase di percezione sinestetica-emozionale. Si tenga conto della lunghezza di questo percorso, che prevede una vera e propria filiera produttiva con fasi intermedie quali la modellazione 3D, la rappresentazione virtuale, la realizzazione di modelli 2,5D numerici (p.e. per le mappe tattili), la prototipazione rapida (stampa 3D), l’integrazione con ausili sonori (descrizioni audio), per le quali si dà per assodato il coordinamento a due a due. In altre parole, deve essere ben chiaro a chi esegue il rilevamento 3D con le tecniche oggigiorno più avanzate, quali la scansione laser e la fotogrammetria digitale, qual è il risultato finale in termini di dettaglio, precisione e accuratezza.

Nel campo del rilevamento architettonico e per i beni culturali, si è di recente assistito ad uno straordinario sviluppo di software semplificati, quasi tutti provenienti dal settore della computer vision, che permettono di ottenere in modo praticamente automatico dei modelli 3D del bene-sito di interesse. Il limite oggettivo di questi software non è tanto il livello di dettaglio del modello 3D ottenuto, che è generalmente buono, ma la precisione metrica del modello stesso: senza entrare troppo in merito, si potrebbe ottenere un modello 3D deformato, ad esempio tutto allungato in una direzione, rispetto alla realtà. In definitiva, è necessaria una buona “cultura ed esperienza topografica” per la fase di rilevamento e modellazione 3D perché è fondamentale partire da un modello 3D dettagliato, accurato e preciso per garantire, dopo tutte le fasi intermedie necessarie, la sua miglior fruizione, soprattutto da parte di persone con difficoltà percettive e cognitive, ma in generale da parte di tutti i possibili utenti.

Presso l’Università degli Studi di Udine sono già state condotte le prime ricerche e sperimentazioni di "3D for All" su alcuni beni culturali di diverse dimensioni e complessità. Il lavoro ha preso avvio dalla statua segnavento dell’Arcangelo Gabriele posta nel 1777 sul campanile della Chiesa di Santa Maria di Castello in Udine. Il rilevamento laser scanning e la modellazione 3D eseguiti hanno permesso la redazione del progetto di restauro, quest’ultimo realizzato poi pochi mesi dopo. È stato quindi creato dapprima un modello 3D esplorabile in ambiente VRML, anche in modalità stereoscopica; successivamente, grazie a particolari tecnologie di stampa sia in nero che in Braille, si sono realizzati alcuni sussidi didattici per persone con disabilità visiva quali brochure, un libro tattile, poster a rilievo in varie scale, etc..

Sono già stati inoltre scansionati e modellati altri beni culturali, con un differente rapporto di “vicinanza” e quindi di facilità di percezione da parte delle persone: il bassorilievo delle Sei Sante del Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli e alcune statue romane, fra le quali quella dell’Imperatore Claudio, del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (MAN di Aquileia), entrambi siti appartenenti all’UNESCO Heritage List. Su questi modelli 3D verterà la definizione teorica, l’implementazione algoritmica e la sperimentazione comparativa delle tecniche di elaborazione necessarie per produrre modelli fisici 2,5D, argomenti centrali del lavoro di ricerca della Tesi di Dottorato di Paola Barcarolo. Le riproduzioni 2,5D ottenute dovranno consentire la miglior fruibilità per persone con disabilità visiva e cognitiva, permettendo così una più facile ed autonoma comprensione dei modelli, nonché la formazione delle immagini mentali relative agli stessi.

• Prospettive future 

Alla luce delle considerazioni fatte, si evince la necessità di affrontare il problema con un approccio che deve essere il più possibile User-Centered e Site-Centered: ogni persona è unica ed ogni sito è unico. Questa condizione deve essere sempre tenuta in considerazione, non per arrivare alla conclusione semplicistica dell’impossibilità di definire delle "Linee guida" o dei "Principi operativi" ma, al contrario, per ragionare su come raggiungere delle soluzioni che possano soddisfare la più ampia diversità possibile di persone ed essere applicate alla maggior parte dei siti. 

Già comparando i tre casi di studio delle statue dell’Arcangelo Gabriele di Udine, delle Sei Sante di Cividale del Friuli e dell’Imperatore Claudio di Aquileia, pur trattandosi sempre della stessa tipologia di bene culturale, ci si trova in condizioni geometricamente assai diverse. L’Arcangelo è alto ben 5,04 m ma è assai lontano, poiché si trova circa 80 m sopra la sottostante piazza, le Sante hanno altezza media di 2,18 m e sono ad una quota di 5,80 m dal pavimento, mentre l’Imperatore è alto 2,01 m e poggia su un basamento di 46 cm. La grande variabilità delle dimensioni delle statue e delle distanze alle quali l’utente può fruirle, fa ben comprendere la necessità di un approccio Site-Centered per la progettazione e la realizzazione delle fasi, tra loro strettamente interconnesse, di modellazione, fruizione, comunicazione e, quindi, di valorizzazione complessiva del Patrimonio Culturale.

Si potrebbe pensare che sia inutile costruire il modello 3D (virtuale o fisico) di una statua o di un bene che già si trova in un museo, in quanto esso potrebbe essere toccato da tutti. A prescindere da ogni questione logistica e di sicurezza, si possono organizzare delle visite di esperienza tattile per non vedenti, come fatto proprio presso il MAN di Aquileia in occasione della "Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità" il 3 dicembre 2013, tuttavia ci sono delle parti alte dei beni, come la testa di una statua, che restano comunque non accessibili. Un’ulteriore considerazione non secondaria va fatta sull’inevitabile deperimento dell’originale qualora venisse toccato da tante mani. Difatti, l’esperienza dei tanti modelli in bronzo disseminati per i centri storici delle città d’arte europee insegna che il richiamo della tattilità di un’opera tridimensionale non è affatto limitato ai non vedenti o ipovedenti, ma si estende alla popolazione in generale. Per quanto riguarda la creazione di modelli fisici in scala, sarà necessario quindi scegliere opportunamente proprio la scala di riproduzione del bene stesso: in certe occasioni, potrebbe essere necessario produrre modelli 3D e 2,5D a scale diverse, in modo da tener conto delle differenti capacità cognitive dei molteplici utenti, estrinsecando le peculiarità di un approccio User-Centered. Sempre per assicurare la massima fruibilità di quel sito per quella persona, si realizzeranno modelli fisici e virtuali in quantità diverse e con vari livelli di dettaglio, cercando comunque di esplorare nel modo migliore la fisicità e la virtualità della rappresentazione del sito di interesse. 

Riassumendo, questa ricerca rappresenta un’opportunità di lavoro concreta e innovativa, per far fronte ai nodi problematici multidisciplinari che emergono a livello internazionale, nel momento in cui si fanno dialogare competenze differenti che possono spaziare da quelle di pertinenza ingegneristica, informatica, strutturale, cognitiva, ergonomica, informativo-comunicativa, tiflologica, socio-educativa, storica, etc. finalizzate alla valorizzazione strategico-sostenibile del Patrimonio Culturale e Naturale nell’ottica della fruizione turistica for All. L’intento è, allora, quello di cercare di risolvere i principali nodi problematici emersi, che non hanno trovato ancora un riscontro chiaro e decodificato in forma di "Principi operativi" e che invece questa ricerca proverà ad individuare e proporre. La metodologia di ricerca proverà a far proprio l’approccio qualificante dello User and Site-Centered-Design per rendere disponibile ad ogni utente la miglior fisicità e virtualità per la fruizione del Patrimonio.

••• PhD Candidate Arch. Paola Barcarolo | Università degli Studi di Udine, DICA,  Udine, Italia 
••• Dott. Pete Kercher | Ambasciatore dell'EIDD - Design for All Europe 
••• Prof. PhD Ing. Domenico Visintini | Università degli Studi di Udine, DICA, Udine, Italia 

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Titolo: L'inclusione come percorso verso un'esperienza più arricchente 

Autore: Valerie Fletcher

Ci troviamo in un momento storico straordinario, nel quale inizia a farsi strada la speranza che possiamo scoprire nuovi modelli di progresso.

Finalmente si è diffusa la consapevolezza dell'impellente necessità di armonizzare le scelte di ognuno nell’ottica di minimizzare l’impatto sul nostro vulnerabile pianeta. Abbiamo raggiunto l’aspettativa di vita più lunga che si sia mai avuta nella storia dell’umanità e stiamo cominciando a trovare il linguaggio per descrivere la nostra aspirazione, volta a facilitare il pieno coinvolgimento di persone con disabilità e di ogni età. Gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione ci aprono mondi di informazione inimmaginabili un decennio fa e che possono stordirci per quantità, ma anche stupirci con notizie da mondi che stiamo appena iniziando a conoscere.

Con “Presenza Antica, Proiezione Moderna”, Milestone Architecture ha generato una risposta integrata a tutte e tre le tendenze, dimostrando la possibilità di intrecciarle e offrendo a chiunque la possibilità di vivere un'esperienza profondamente umana e di ampia risonanza. 

Come per altri siti Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, l’iniziativa di Torcello è un invito a ricordare le nostre esperienze collettive, nell’ottica di conoscere e apprezzare i traguardi raggiunti dall'umanità in una visione di interconnessione globale. 

Il punto di partenza dei progettisti è stata la visione del potenziale di condivisione di un luogo antico e bellissimo, attingendo alle nuove realtà umane e alle potenzialità delle tecnologie di oltrepassare e abbattere le barriere tradizionali. Essi hanno colto, nei frammenti di un luogo antico, l’opportunità per tutti noi di esplorare, attraverso vista, udito e tatto, la stratificata complessità di un altro mondo.

••• Dott.ssa Valerie Fletcher | Institute for Human Centered Design (IHCD), Boston, MA 02114, USA

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THANKS, PAOLA BARCAROLO

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Conceptualized and designed by Paola Barcarolo (Scientific Consultant and Supervisor in DfA and HCD; Supervisor of Graphic Communication; Graphic Designer), in collaboration with Martina Gennari (Graphic Designer) for the graphical digitalizing of the "Logo NTV" and "Logo-Line".